Sept. 16, 2025
Le lingue vive sono come gli esseri viventi: evolvono, si trasformano col tempo. La percezione di cos'è giusto o falso, di quello che si può dire o no, evolve anche assieme agli usi di una lingua. Studiare la storia di una lingua permette di prendere coscienza di questi cambiamenti. Ci aiuta a capire che le regole lessicali o grammaticali che prendiamo per evidenze non sono leggi immutabili. Per esempio, 50-60 anni fa, si imparava in Francia che non si poteva iniziare una frase con una congiunzione coordinante, perché queste collegano normalmente due proposizioni principali che devono trovarsi nella stessa frase perché c'è una relazione logica tra loro. Oggi, penso che anche i grammatici più conservatori non ritengano che sia falso.
Alcune persone credono che le lingue sono solo una somma di norme arbitrarie. Quindi si può fare tutto ciò che vuole con la lingua. Nelle scienze dure, la realtà determina ciò che si rivela falso o giusto. Se deciso arbitrariamente che due più due faccia cinque, avrei pronto grandi problemi di contabilità! Nelle lingue invece, è vero che moltissime cose risultano da convenzioni umane. Se tutti fossero d'accordo per chiamare il volleyball "handball" e viceversa, in assoluto non ci sarebbe nessuno problema.
Tuttavia, le lingue non possono essere interamente arbitrarie a causa della semantica, cioè della frontera tra queste lingue et gli oggetti che descrivono e categorizzano. Una frase come *"ieri andrò a Milano" è falsa perché ha una contradizione semantica, perciò non può affatto essere capita. O la persona ha sbagliata l'avverbio e voleva dire "DOMANI andrò a Milano", o ha sbagliata il tempo verbale e voleva dire "ieri SONO ANDATO a Milano".
Il pericolo di un conservatismo linguistico troppo grande è entrare nel mondo di Don Chisciotte e prendere per assolute cose che in realtà sono costruzioni umane, senza sguardo critico. Il pericolo di un lassismo troppo grande, invece, è entrare in un mondo in cui la lingua non ha più nessuno rapporto con la realtà, o in cui la realtà stessa non esiste al di fuori del linguaggio! Bisogna trovare un giusto equilibro, e questo richiede una reflessione costante.
La percezione di cos'èiò che é giusto o falssbagliato, di quello che si può dire o no, evolve anche assieme agli usi di una lingua.
"Giusto" si contrappone a "sbagliato" mentre "falso" si contrappone a "vero". Comunque suona molto meglio "giusto o sbagliato" piuttosto che "vero o falso". "La percezione di cos'è", come hai scritto tu, va bene comunque.
Alcune persone credono che le lingue soiano solo una somma di norme arbitrarie.
I verbi che esprimono un'opinione, come "credono che" in questo caso, vogliono il congiuntivo e non l'indicativo. L'indicativo esprime una certezza
Quindi si può fare tutto ciò che si vuole con la lingua.
Nelle scienze dure, la realtà determina ciò che si rivela falso o giusgiusto o sbagliato.
Se decisodessi arbitrariamente che due più due faccia cinque, avrei pronto grandi problemi di contabilità!
Se tutti fossero d'accordo pera chiamare il volleyball "handball" e viceversa, in assolutoamente non ci sarebbe nessuno problema.
Tuttavia, le lingue non possono essere interamente arbitrarie a causa della semantica, cioè della frontera confine tra queste lingue et gli oggetti che descrivono e categorizzano.
"confine" é la scelta corretta
Una frase come *"ieri andrò a Milano" è falssbagliata perché ha una contradizione semantica, perciò non può affatto essere capita.
Oppure puoi dire "é scorretta" oppure "non é corretta". Ho l'impressione che, in questo caso, "falso" non vada molto bene. Meglio la correzione
O la persona ha sbagliatao l'avverbio e voleva dire "DOMANI andrò a Milano", o ha sbagliatao il tempo verbale e voleva dire "ieri SONO ANDATO a Milano".
"sbagliare" concorda con il complemento oggetto "avverbio" e non con il soggetto "persona", quindi si scrive "ha sbagliato"
Il pericolo di un lassismo troppo grande, invece, è entrare in un mondo in cui la lingua non ha più nessalcuno rapporto con la realtà, o in cui la realtà stessa non esiste al di fuori del linguaggio!
"Alcun" mi sembra più scorrevole
Bisogna trovare un giusto equilibro, e questo richiede una reiflessione costante.
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É un testo sicuramente non semplice da scrivere, ti faccio i miei complimenti. Alcune mie correzioni potevano essere meglio approfondite ma onestamente non ne sono in grado. Ho fatto comunque del mio meglio. Ti saluto 👍
Quindi si può fare tutto ciò che vuole con la lingua. Quindi si può fare tutto ciò che si vuole con la lingua. |
Nelle scienze dure, la realtà determina ciò che si rivela falso o giusto. Nelle scienze dure, la realtà determina ciò che si rivela |
Se deciso arbitrariamente che due più due faccia cinque, avrei pronto grandi problemi di contabilità! Se deci |
Nelle lingue invece, è vero che moltissime cose risultano da convenzioni umane. |
Se tutti fossero d'accordo per chiamare il volleyball "handball" e viceversa, in assoluto non ci sarebbe nessuno problema. Se tutti fossero d'accordo |
Tuttavia, le lingue non possono essere interamente arbitrarie a causa della semantica, cioè della frontera tra queste lingue et gli oggetti che descrivono e categorizzano. Tuttavia, le lingue non possono essere interamente arbitrarie a causa della semantica, cioè del "confine" é la scelta corretta |
Una frase come *"ieri andrò a Milano" è falsa perché ha una contradizione semantica, perciò non può affatto essere capita. Una frase come *"ieri andrò a Milano" è Oppure puoi dire "é scorretta" oppure "non é corretta". Ho l'impressione che, in questo caso, "falso" non vada molto bene. Meglio la correzione |
O la persona ha sbagliata l'avverbio e voleva dire "DOMANI andrò a Milano", o ha sbagliata il tempo verbale e voleva dire "ieri SONO ANDATO a Milano". O la persona ha sbagliat "sbagliare" concorda con il complemento oggetto "avverbio" e non con il soggetto "persona", quindi si scrive "ha sbagliato" |
Il pericolo di un conservatismo linguistico troppo grande è entrare nel mondo di Don Chisciotte e prendere per assolute cose che in realtà sono costruzioni umane, senza sguardo critico. |
Il pericolo di un lassismo troppo grande, invece, è entrare in un mondo in cui la lingua non ha più nessuno rapporto con la realtà, o in cui la realtà stessa non esiste al di fuori del linguaggio! Il pericolo di un lassismo troppo grande, invece, è entrare in un mondo in cui la lingua non ha più "Alcun" mi sembra più scorrevole |
Bisogna trovare un giusto equilibro, e questo richiede una reflessione costante. Bisogna trovare un giusto equilibro, e questo richiede una r |
Alcune considerazioni sulle lingue |
Le lingue vive sono come gli esseri viventi: evolvono, si trasformano col tempo. |
La percezione di cos'è giusto o falso, di quello che si può dire o no, evolve anche assieme agli usi di una lingua. La percezione di c "Giusto" si contrappone a "sbagliato" mentre "falso" si contrappone a "vero". Comunque suona molto meglio "giusto o sbagliato" piuttosto che "vero o falso". "La percezione di cos'è", come hai scritto tu, va bene comunque. |
Studiare la storia di una lingua permette di prendere coscienza di questi cambiamenti. |
Ci aiuta a capire che le regole lessicali o grammaticali che prendiamo per evidenze non sono leggi immutabili. |
Per esempio, 50-60 anni fa, si imparava in Francia che non si poteva iniziare una frase con una congiunzione coordinante, perché queste collegano normalmente due proposizioni principali che devono trovarsi nella stessa frase perché c'è una relazione logica tra loro. |
Oggi, penso che anche i grammatici più conservatori non ritengano che sia falso. |
Alcune persone credono che le lingue sono solo una somma di norme arbitrarie. Alcune persone credono che le lingue s I verbi che esprimono un'opinione, come "credono che" in questo caso, vogliono il congiuntivo e non l'indicativo. L'indicativo esprime una certezza |
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